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Missioni archeologiche

L’archeologia italiana nel mondo

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale sostiene missioni archeologiche, antropologiche ed etnologiche italiane all’estero, che si estendono cronologicamente dalla preistoria all’epoca medioevale e geograficamente dal mondo greco-romano al Vicino, Medio ed Estremo Oriente, Africa e America Latina.

Il sostegno storico della Farnesina alle Missioni italiane all’estero si basa sulla convinzione che esse non siano solo una testimonianza dell’eccellenza italiana, ma anche un potente strumento di diplomazia pubblica. Esse mirano a valorizzare il patrimonio storico e archeologico dei Paesi partner, a promuovere la cooperazione scientifica e socioculturale e a mantenere relazioni fondate sul dialogo e sulla pace.

Tali missioni promuovono il dialogo interculturale e lo sviluppo attraverso attività scientifiche, formazione di operatori locali e trasferimento di tecnologie avanzate nel restauro e nella tutela del patrimonio culturale.

Il MAECI sostiene le Missioni tramite un bando annuale, gestito dall’Ufficio VI della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale (DGDP), responsabile delle procedure del bando e dei relativi passaggi amministrativi.

Possono presentare richiesta di sostegno enti con personalità giuridica pubblica o privata, attraverso i direttori di missione o loro delegati sul portale Archeologia, con un massimo di tre richieste per direttore.

I tipi di supporto del MAECI sono:

  1. Finanziamento (contributo pari a non più del 70% del totale delle spese sostenute)
  2. Riconoscimento istituzionale

Nel 2023 sono state sostenute 279 missioni in 71 Paesi, un numero mai raggiunto prima, mediante concessioni di contributi o riconoscimenti istituzionali. Questo risultato testimonia un crescente impegno dell’Italia nella ricerca internazionale, sottolineando l’eccellente collaborazione tra gli studiosi italiani e le loro controparti locali.

Per ulteriori informazioni, si invita a consultare la pagina web del MAECI qui.

 

Missioni archeologiche in Mongolia

Gli accampamenti dei nomadi della Mongolia – Una prospettiva etnoarcheologica

Promossa dall’Associazione Italiana di Etnoarcheologia a partire dal 2002, con il cofinanziamento del MAECI e recentemente dell’ISMEO, la missione è stata condotta da Francesca Lugli e Graziano Capitini in collaborazione con il Professor Dulan Sendenjav (National University of Mongolia, University of Arts of Ulaanbaatar) e con la partecipazione degli studenti della NUM. La missione si è focalizzata sul nomadismo mongolo, una cultura millenaria oggi minacciata. Le ricerche hanno esplorato vari aspetti del nomadismo, visitando circa duecentocinquanta accampamenti di pastori nomadi mongoli, come gli spostamenti stagionali, la gestione del bestiame, l’uso delle risorse idriche e il ruolo dei cani. Dal 2009, l’attenzione si è concentrata sugli accampamenti invernali nelle regioni di Bulgan, Dundgovi e Arkhangai.

Missione Archeologica Italiana a Kharkhorin

La Missione Archeologica Italiana a Kharkhorin, attiva dal 2018 sotto la guida della Prof.ssa Roberta Menegazzi del Centro Scavi Torino (CRAST), si impegna nella valorizzazione del patrimonio storico-archeologico dell’area di Kharkhorin (l’antica Karakorum, capitale dell’impero mongolo nel XIII secolo). In questo contesto, sono stati organizzati corsi di formazione per il personale dei musei locali, prodotti materiali per la disseminazione, e realizzate attività educative e laboratoriali dedicate a bambini e ragazzi.

In collaborazione con la National University of Mongolia e il Karakorum Museum, la missione ha avviato una campagna di documentazione e ricognizione nella valle di Bayangolyn, un’area ricca di evidenze archeologiche situata nelle vicinanze di Kharkhorin.